Comunità Nuova aderisce alla campagna Non Sono Emergenza promossa da Fondazione Con I Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

La campagna affronta il disagio degli e delle adolescenti proponendo una narrazione “altra”, partendo dai dati, dalle buone pratiche e dall’ascolto diretto dell3 giovani, per far emergere le dimensioni del fenomeno ma anche promuovere il protagonismo delle nuove generazioni.

Comunità Nuova si occupa di giovani fin dalla sua nascita, più di 50 anni fa, proponendo interventi nelle scuole, nei luoghi di incontro informali e formali, gestendo centri di aggregazione a Milano e nell’hinterland. Aderendo alla Campagna vorremmo dare il nostro contributo raccontando le esperienze della nostra associazione, al centro delle quali ci sono ragazzi e ragazze. L’obiettivo è quello di abituare a uno sguardo “altro”, diverso da quello più convenzionale e dominante.

Pubblichiamo in questo articolo l’analisi dei bisogni e le risposte che educatrici ed educatori dell’area Giovani hanno rilevato per l’anno 2023 (inserita nel nostro Bilancio Sociale 2023)

 

In continuità con lo scorso anno, abbiamo rilevato una sempre maggior difficoltà nell’uscire di casa da parte dell3 ragazz3, che faticano a considerare tale azione un’abitudine, una “normalità”. Ne segue un rischio estremo di ritiro sociale e una problematicità a instaurare relazioni sane e positive per la crescita e lo sviluppo. L’area Giovani, con i suoi progetti e servizi, risponde in modo diversificato a questi grandi bisogni.

Con il lavoro di strada dell’Unità Mobile dello Sport costruiamo micro-luoghi sicuri di socializzazione e relazione in contesti ampi e complessi. L3 adult3 competenti che organizzano attività nello spazio pubblico vengono percepiti come punti di riferimento meritevoli di fiducia, facilitando l’uscita di casa e il ritrovo, rendendo lo spazio pubblico uno spazio protetto.

Nelle classi cerchiamo di dare più strumenti, anche semplici, e risposte chiare alle modalità relazionali che l3 ragazz3 giocano; nel momento in cui percepiamo dinamiche “problematiche” proponiamo esempi ed esperienze diverse.

Un bisogno delle scuole superiori espresso molto chiaramente dall3 ragazz3, ma raramente fatto proprio dall’istituzione scolastica (a parte alcuni esempi illuminati), è sempre di più quello di avere e aprire spazi di confronto e di riflessione su temi relazionali sia generali, sia specifici. Ancora oggi, in classe, sentiamo ragazzi e ragazze raccontare della difficoltà che hanno avuto a re-imparare a costruire relazioni dal vivo, a instaurare dialoghi aperti e confronti positivi con l3 compagn3 dopo il lungo periodo di isolamento per covid, durante il quale le relazioni erano del tutto mediate dagli schermi.

L3 ragazz3 oggi sentono una solitudine e una rarefazione relazionale date anche dalle nuove dinamiche influenzate dai social network. Uno dei principali motivi per cui si presentano nei nostri spazi di aggregazione è la possibilità di sperimentare anche momenti di vuoto e di noia, di chiacchiere libere. Come educatori ed educatrici non incontriamo più le vecchie compagnie numerose, ma tanti singoli fragili e soli che si ritrovano insieme grazie alla mediazione dell3 adulti presenti negli spazi.

I nostri servizi stanno sempre più avendo come target giovani fragili, come stranier3, isolat3, con difficoltà a integrarsi e a integrare i diversi background culturali, oppure ragazz3 di seconda generazione che hanno come obiettivo primario quello di costruirsi un futuro, per aprirsi delle strade, e di certo non pensano a “perdere tempo” con amici e amiche. Si lega al malessere emotivo anche la poca partecipazione alle attività extrascolastiche e la concentrazione massima a rispondere alle richieste performative delle scuole, luoghi spesso generatori di molta ansia.

I territori in cui gli spazi di aggregazione sono relativamente nuovi e più destrutturati (o con meno requisiti imposti dall’esterno) i momenti di aggregazione libera sono frequentatissimi e serve indicare i confini per definire i ruoli e per chiarire obiettivi e funzioni dei servizi. Nonostante questo, rimane fondamentale per noi avere la possibilità di plasmare e trasformare il servizio sulla base della presenza dell3 ragazz3, tenendo il focus su di loro.

Nella vita dell3 adolescenti che incontriamo resta aperta una grande contraddizione: la ricerca del vuoto in contrapposizione all’utilizzo compulsivo degli smartphone. Il vuoto viene riempito da centinaia di input veloci e assimilati in modo acritico. Stiamo perdendo l’attitudine a stare nel qui e ora, senza distrazioni e senza vie di fuga, disimparando così la capacità di intervenire su una realtà che non ci piace e che, di conseguenza, ci attiva per creare qualcosa di diverso insieme a chi è con noi.

La gestione degli spazi aggregativi (Centro per Giovani, Barrio’s e Laboratorio Giovani Rozzano) è spesso vincolata alle indicazioni delle committenze, principalmente amministrazioni pubbliche, che si stanno orientando verso una maggiore strutturazione e previsione sul lungo periodo delle attività e dell’organizzazione dei tempi di vita dei servizi. Tutto ciò porta con sé un rischio: più gli spazi di aggregazione vengono strutturati, meno è possibile accogliere davvero la partecipazione libera di tutt3. La tendenza a definire sempre di più spazi, tempi e attività è rischiosa: infatti, se da una parte rileviamo il bisogno di spazi liberi, in cui autonomamente l3 ragazz3 possano fare diverse attività, dall’altra dobbiamo muoverci dentro a cornici sempre più rigide di indicatori e risultati numerici che difficilmente restituiscono l’immagine della complessità con cui lavoriamo.